lunedì 26 settembre 2011

Concetto troppo mainstream del primo pomeriggio

Mah... Settimana diciamo "impegnata" e quel diciamo sta per "avrei dovuto impegnarla diversamente".
Ultimamente non mi riescono ragionamenti intelligenti, spero che quest'aria di settembre mi aiuti a fare chiarezza, è così fresca e salubre di vitalità, adoro l'autunno. Cimici a parte. Finalmente ho alle spalle l'estate, che è così stagnante, umida e soffocante, specie se vissuta tutta a Milano.

Comunque ultimamente pensavo a come la gente con tanta facilità si disigni mentalmente il proprio "uomo ideale" il proprio "posto ideale" eccetera eccetera. Ma soffermandosi sulla prima affermazione, ok, forse potrei dire lo stesso su gli uomini, ma credo che in tal caso la cosa cambierebbe sensibilmente e comunque non voglio ancora farmi vanto di sapere come ragionano loro. Sarei un'altra persona se questa facoltà mi appartenesse ma invece no, sono una sfigata che ancora deve capire certe leggi che regolano il mondo e dunque subirle passivamente.
Tornando a noi, questo bisogno di farsi un'idea mentale di un connubio tra estetica (molta) e ... Apprezzabilità, compatibilità, comodità o come volete voi chiamarla (sempre e comunque troppo poco calcolata) non è una cavolata colossale? Che poi, scusate tanto, ma è come dire "Mi piacciono i dipinti, specie le tele rosse 50x70 con una punta di nero e qualcosa d'orato, mi esprimono felicità e voglia di vivere" che senso ha? E' la stessa cosa. Come chi compra i portatili Vaio rosa o quella nuova marca di cellulari per stupide, quelli fucsia coi brillantini di pura ostentata plastica. No, purtroppo non sono modelli fatti per Barbie, sono seriamente proggettati per impreziosire quell'altro oggetto chiamato donna, anzi no, chiamato oca.
Ovviamente il proprio "bla bla ideale" è fatto di vecchi archetipi che ci hanno influenzato lungo il corso della vita, ma la cosa che mi lascia di sasso è come certa gente abbia un'idea mentale così definita da non saper fare i conti con la realtà. Voglio dire, giù con un'altro esempio... Mmh... Se io ho bisogno di un mobile nuovo è ovvio che mentalmente m'immagino una cosa d'alto design, che poi nella realtà si ridurrà a un compensato Ikea che, metti perchè preso coi miei soldi, metti perchè seppur così semplice da un tocco minimalista molto chic a quell'angolo di casa, finirò comunque per essere soddisfatta della scelta se comunque si rivelerà un mobile stabile che non si spacca alla prima boccia per pesci stracolma d'acqua messa sopra. No?
Non voglio fare un discorso banalizzato alla "l'importante non è quello che c'è fuori ma quello che c'è dentro", il mio è più un intento di spiegare come la nostra idea su cose che devono ancora avverarsi e su modelli che ci siamo costruiti fantasticando ad occhi aperti influenzi e sminuisca inesorabilmente la realtà che poi ci si para davanti. Ma così è per ogni cosa. Non credo sia un concetto di massa, di credere che sia bello solo ciò che ti fanno vedere i media, ovviamente è anche quello, ma arrivati ad una certa maturazione intellettuale penso il problema sia più aver sviluppato un senso di gusto e di cinismo particolarmente nostro a non farci apprezzare ciò che otteniamo. Forse perchè non lo otteniamo con poi così tanta fatica o per il semplice fatto che una volta ottenuto non si prova più quel fantastico maelstorm di sentimenti che tanto ci avevano fatto dannare.

Lo so che è un concetto confuso e forse fin troppo consapevole da poter essere sintetizzato in un vecchio modo di dire chiamato "hai fatto la scoperta dell'America". Comunque oggi è morto Sergio Bonelli ed ovviamente c'è gente che ne parla e si addolora non sapendone minimamente nulla di cosa la sua casa editrice stampasse. Pazienza. Pensare che volevo fare proprio un post dedicato all'annuale "Storie da Altrove" dunque, nichilismo permettendo, lo farò a giorni.

sabato 3 settembre 2011

YouTube NextUp

Indeterminato tempo fa è successa una cosa. E' successo che YouTube ha messo in palio 20.000 euro per 25 partner del suddetto sito, che si rivelassero abbastanza ingenosi e motivati da meritare questa prosperosa somma di denaro.  

Quali erano i requisiti per partecipare? Essenzialmente, da quel che so, due: essere per appunto partner YouTube ed avere meno di 50.000 iscritti al proprio canale. Gran bella cosa questa perchè ha permesso una scrematura sostanziale togliendo i vari WillWoosh e canali mainstream affini di torno. 

Come dimostrare la validità del proprio estro artistico? Semplice, inviando un breve filmato che contenesse qualcosa di creativo e che accendesse in chi lo guarda la vaga idea che dando al determinato canale quei soldi sarebbero stati spesi bene, tra nuove apparecchiature e produzioni avvincenti.   

Ok ma... In base a cosa di vota 'sto "estro artistico"? Semplice... Si tratta della grande opportunità di dar voce all'anonimato di milioni di utenti YouTube, permettendo loro di votare quel video che a loro esprime qualcosa in più rispetto a gli altri.
L'iniziativa era estesa a ben sei Stati europei, di cui la nostra Italia. Ebbene, questa cosa si chiamava Next Up ed io avevo seriamente paura.  

Perchè? Be', delle votazioni mere tra utenti non mi sono mai fidata, mi è sempre parso un metodo di valutazione troppo ambiguo. Poi quando ho visto le makeup guru parteciparvi, spesso con prodotti sfioranti il ridicolo, e vedendo le ragazze acclamarle a gran voce, ho pensato che la cosa "non s'ha da fare". 

E, di grazia, tu chi avresti votato?  Chi HO votato. Ho guardato vari video e devo dire di averne votati un po', avendo anche elargito voti a quegli utenti che esprimevano tenerezza e nei quali si percepiva un'acerba passione da coltivare, ma la cui strada era ancora lunga.
Questo a parte, gli unici che ricordo con certezza di aver votato sono stati I Licaeoni, juliusfahn e ZERODX.

Per la cronaca, al Next Up hanno vinto ben tre italiani, che per il mio pessimismo vuol dire molto.  Il tro di vincenti è composto da juliusfahn, ZERODX ed un certo Zizzomagic. Non so se la cosa che mi ha lasciata più esterrefatta sia stato il fatto di averne beccati 2 su 3 tipo numeri del lotto o... No, la verità è che sono davvero contenta di come siano andate le cose. ZERODX ho scoperto essere in realtà già abbastanza famoso e, insomma, ha un timbro di voce caldo e armonioso, i suoi non sono corti, sono proprio racconti, favole. Meritava di vincere anche solo per questo stile personalissimo di narrazione e secondo me a livello di contenuto ha fatto il corto più significativo per il NextUp.



I Licaeoni, che comunque stimo, penso non abbiano vinto per un semplice motivo: non hanno proposto nulla di innovativo, ma solo la seconda stagione di un progetto che già avevano in corso, il Corso di Cazzotti del Dottor Jones. Invece per Zizzomagic ancora non posso dire nulla, dal poco che ho visto mi sta anche simpatico, ma non ho guardato così approfonditamente i suoi video da farmi un'idea.

Ed ora passiamo alla cosa più importante, a cui in fondo il post è dedicato: juliusfahn è un componente, anzi, il fondatore, dei semisconosciuti (o ex semisconosciuti) SLAN , una compagnia, come dice il loro stesso canale, che si occupa di cinema, musica fotografia e scrittura. Loro sono stati per me il più grande colpo di scena e mentre scrivo ho le lacrime a gli occhi, perchè sono davvero felice che la passione abbia premiato per davvero le persone, per una volta. Quando li ho conosciuti io, pochi mesi prima del Next Up ad essere sincera, il loro canale era sì con contenuti interessanti, ma con un modesto numero di iscritti e di visualizzazioni. In più i loro corti, molto astratti, molto fuori di testa, ho sempre pensato potessero far storcere il naso a molti critici improvvisati.
Insomma, mentre molti youtubers propongono video più, penso, "alla portata di tutti" credo che lo stile degli SLAN sia meno digeribile al vasto pubblico e... Non so che dire, sono contenta, lo ripeterò all'infinito.
Forse questo periodo un po' grigio ci ha demotivato circa il reale diritto di scelta di cui disponiamo,  ma sono davvero contenta di vedere che non si è perso in realtà nulla del peso delle parole "voto" e "libertà" e che ancora si scelga con la testa e con il cuore. Come sempre andrebbe fatto.

Vi lascio con il video per la vincita del NextUp di Julius! Guardatevi anche quello portato in gara che merita!

venerdì 2 settembre 2011

More Hats!

Non possiedo la sfrontatezza sufficiente per potermi autoproclamare un'intenditrice di videogiochi, come molti Pokèmon addict o finti retro gamer (commercialissimi) si autoproclamano, però nel mio piccolo posso dichiarare d'avere ricordi molto dolci legati alla mia prima console entrata in casa, la cara Playstation, e di provare una certa nostalgia di epoche che non ho mai vissuto vedendo giochi dai pixel sgranati e posso con la stessa sicurezza affermare che più i videogiochi hanno iniziato a prendere  spunto grafico dalla realtà, più il mio interesse verso di loro andava estinguendosi. Forse ho sempre associato i pixel ad una certa dimensione magica dove è possibile entrare nell'immaginario e l'evolversi del perfezionamento della grafica mi ha un po' lasciato accantonare le console e disinteressarmi a questo mondo, o comunque a non seguirlo più attivamente. Ciononostante ho comunque sempre giocato, anche se in maniera discontinua e prevalentemente su pc o DS.

Ora come ora ho rivalutato il mio rapporto conflittuale con il videogioco moderno e dentro di me ho maturato l'idea che interagire con il mondo videoludico sia un po' come gustarsi un buon film. Questo certamente porta il videgioco su un piano più maturo, nel senso di meglio fruibile da un pubblico adulto, nel senso che da uno grandicello mi aspetto un po' più di spirito d'osservazione che, come serve ad apprezzare un film riuscito bene, allo stesso modo riesce a godere di un videgioco con tutti i crismi . Per questo forse non lo consiglierei ad un bambino, non per violenza, moralismo o altro, ma perchè è meglio che la fantasia dei più piccoli venga stuzzicata da cose incerte e rudimentali, si lasci la magia dell'intrattenimento videoludico ai più grandi. Ovvio non parlo così per qualsiasi prodotto, ma per una grossa fetta sì. In parole povere penso di essere maturata abbastanza per apprezzare quella fetta di emisfero che prima non riuscivo a mio malincuore comprendere.

Dopo questa "breve" intro volevo arrivare al punto cruciale della questione, rendendovi partecipe del fatto che in questa estate ci ho dato particolarmente dentro con i videogiochi made in Valve, in particolare ho avuto il piacere di svagarmi con Team Fortress 2, finire Portal, affezionarmi terribilmente a Portal 2 ed iniziare Half Life 2. Che dire... Spettacolari, uno più dell'altro. Trovo anche ingegnoso il sistema di Steam (eh sì mi sono fatta persino io l'account lì sopra!), è un moderno e provvisorio sistema per far fronte alla pirateria, che amo assecondare nel cinema, nelle grandi etichette discografiche della musica e poco nei videgiochi. Forse perchè credo che sia l'industria che davvero abbia bisogno di soldi per funzionare, fra le tre. Anche perchè nel mio piccolo ho visto che è facile fare dei bei corti cinematografici e della buona musica anche da zero. Invece con i videgiochi ancora non ho visto capolavori che non fossero limitati dalle risorse economiche e dunque tagliando la testa al toro fra le tre industrie è quella a cui avventatamente darei i miei pochi soldi più volentieri.
Comunque sia grazie a Steam ho potuto godere di queste chicche. in realtà Portal lo avevo cominciato già da tempo, ma l'ambiente asettico dei livelli mi aveva lasciata perplessa e disincantata. Ma fate conto che comunque non giocavo da un sacco, per me è stato come fare riabilitazione dopo molto tempo. Inoltre, lo ammetto, forse ero partita prevenuta e demoralizzata, perchè ancora non ero convinta di riuscire a rimettermi volentieri a giocare. Però una volta sgranchite le dita ed affinato la mia scarsa tecnica ho cominciato ad apprezzarlo sul serio, soprattutto dopo aver appreso quale mente perversa si celasse dietro all'A.I. di GlaDOS. Non mi pronuncio su Portal 2 solo perchè dorei fare un'altro post interamente dedicato.
Tutto sommato sono contenta

AH! Inoltre è stato secondo me geniale il viral\guerrilla marketing proposto per il lancio di Portal 2: In parole povere, se ben ricordo, andando sul sito ufficiale di Portal 2 si poteva ammirare un countdown alla rovescia e si invitava la gente a giocare acquistare il "potato sack", ovvero una raccolta di 13 giochi indie dove in teoria, più si giocava e più la CPU avrebbe aiutato GlaDOS a riavviarsi prima. In realtà ho scoperto che su questo c'è tutta un'ampia storia dietro chiamata Potato Fools Day.
Se non basta ho trovato un'articolo di un blog a riguardo in italiano esauriente e scritto con amore.
Ora scusate ma vado, devo vedere se riesco a beccarmi qualche cappello figo di Team Fortess 2 a pochi cent!

lunedì 25 luglio 2011

Lush in Brera

La settimana scorsa sono andata in giro per Brera con mia sorella, per acquisti che ci facessero convalidare la vana speranza d'essere delle artiste... insomma per spendere un patrimonio in negozi di belle arti.
Siccome per una volta tanto avevo del denaro e siccome era da un po' che non acquistavo qualche detergente, ed avendone terribilmente bisogno, mi sono imbattuta nella Lush.
Ora, devo essere sincera, molte mie amiche vanno matte per questo marchio e la stessa cosa la sento dire da molte ragazze su vari forum, per mia fortuna invece io non la vedo così carismatica e magnetica, e ve lo dice una che si lascia facilmente ammaliare da prodotti e prodottini colorati e profumosi.
Con Lush invece... No. Più volte sono entrata e l'unica volta che ho fatto un acquisto è stato per "arrotondare" un regalo fatto ad una mia amica, impreziosendolo con quel qualcosa in più.
Non lo so, già quando si entra c'è quel profumo intensissimo, che penetra nelle narici, e che sono quasi sicura sia la perfetta simulazione di ciò che prova un tossico sniffando cocaina.
Ma stavolta ho ceduto, comprando uno dei detergenti must di cui tutti parlano, Erba Libera, adatto così dicono alla mia pelle problematica. L'odore non è molto ispirante, sa vagamente di fieno e flora tagliata, ma non è poi così terribile, diciamo che trovo ci siano odori peggiori, invece il colore è di un invitante wasabi radioattivo che spicca subito all'occhio.

Pure il metodo d'uso è simile al wasabi in polvere: lo si bagna prima un po' con l'acqua per rienderlo una pappetta usabile e poi lo si applica sul volto massaggiando e facendo un leggero scrub. Ecco, proprio il metodo d'uso non lo amo molto, anche se è una caratteristica di Lush, ma a me rimane tutto colloso sulle mani e faccio fatica ad applicarlo, in più non mi da l'idea di pulirmi per bene e tutti sanno che uno scrub quotidiano su una pelle con imperfezioni non può che far peggiorare la cosa. Insomma, se usato non tutti i giorni secondo me è anche efficace, ma non è un detergente per uso quotidiano.
Che dire, non mi è piaciuto moltissimo, diciamo che mi aspettavo di più, però non è nemmeno malaccio e per fortuna per essere solo 100 ml penso mi durerà, d'altro canto i prezzi sono esorbitanti: quasi 9 euro per questo wasabi in polvere.
Leggendo in giro sono stata anche fortunata, Erba Libera è un detergente formulato abbastanza bene, a parte per un certo tensioattivo in posizione alta che conferisce una sensazione di pelle appicicaticcia una volta lavato il viso, ma a quanto pare a parte qualche sprizzo di genio qua e là molti prodotti Lush hanno un inci sì bio, ma formulati con i piedi. Come giustamente disse una ragazza non mi ricordo più in quale forum, l'ecobio non vuol dire mettere dentro ingredienti naturali a cavolo per il gusto di dire "è un prodotto naturale, come la tendenza dell'ultimo periodo vuole", ma anche e soprattutto essere consapevoli di ciò che si fa e garantire un prodotto naturale ed efficace, rispettando dunque la natura dando importanza ai benefici effettivi che essa può offrire e non offendendola, pastrocchiando con gli ingredienti mettendo dentro tutto e di più senza ritegno e senza un senso effettivo.
Comunque questo a parte, Lush ha anche alcuni prodotti buoni e mi piace il suo modo allegro e colorato di fare pubblicità, in più se si finiscono 5 prodotti Lush e si torna in negozio con le confezioni vuote (quelle nere per intenderci) si ha in regalo una maschera viso. Un po' come il Back 2 Mac, con la differenza che finire 5 prodotti Lush è molto più semplice e meno dispendioso che finire prodotti Mac...
Ovviamente il mio testaggio su questo famoso brand non finisce qua, infatti il mio prossimo obbiettivo è Acquamarina, che tanto per restare in tema sushi sembra un pesce crudo. In realtà ero combattuta se prendere lei o Erba Libera, dunque la prossima volta proverò questo detergente, che ho letto essere non così male ed adatto a tutte le pelli.
Il mio discorso riguardo la poca serietà di Lush nel creare certi inci non è solo un suo problema, è una questione di sensibiltà che spesso alle grosse (ma anche alle piccole alle volte) aziende manca. Formulare un bell'inci dovrebbe essere fonte di orgoglio per l'azienda e per chi ricerca, inoltre non è che un passo avanti verso la promozione ed il progresso del cosmetico bio e penso che dare il buon esempio non voglia per forza dire rimetterci in denaro, anzi.
Per il resto la mia avventura con Lush è appena cominciata, la proseguirò con calma ma vorrei poter dare un giudizio più minuzioso avanti nel tempo.

domenica 1 maggio 2011

"Non sei il vento e non puoi quindi spostare le nuvole, ma le tue gambe ti permetteranno comunque di rincorrerle"

Tempo fa una mia amica ha cominciato ad esortarmi a fare con lei, sua sorella ed un'altra nostra amica un gruppo per il cosplay di Saiyuki.
Non so se lo avete presente, la prima serie di questo anime è andata in onda su MTV quando andavo alle medie e tratta, la faccio brevissima, di quattro ragazzi in viaggio verso Ovest, dove hanno il compito di scoprire la causa di un'anomalia presente nel loro mondo, per la quale pare che i demoni impazziscanono e, insomma, umani e demoni già molto d'accordo tra loro non vanno...

Aspettate! Sarò discontinua e frammentaria in questo post, è come se me lo fossi ripromessa! Torniamo indietro con il racconto!

Dicevo, all'inizio ho detto sì all'iniziativa di questa mia amica, più che altro giusto per fare qualcosa di diverso dal solito e per onorare i vecchi tempi, ma sinceramente non mi sentivo più legata all'opera come una volta. Finchè un giorno sono andata letteralmente in berserk e ho cercato di apprenderne e rileggerne il più possibile su Saiyuki.
Una compagna di università mi ha prestato i dvd della prima serie e devo dire che le animazioni hanno tutto un suo dire. Giocano moltissimo su gli effetti video, probabilmente per compensare la staticità dei disegni in alcune scene e per dare più pathos ai dialoghi. Devo dire che queste scelte stilistiche su un anime non le ho mai viste e secondo me dovrebbe essere guardato anche solo per quello, ha dei tagli, dei montaggi, degli effetti di colore che sembrano quelli di alcuni film basati sulle graphic novel americane che emulano lo stile dei fumetti nell'impostazione della scena. Come ad esempio non so', The Spirit o Cin City. Insomma nonostante sia un'animazione a buon mercato è molto bella e ha un doppiaggio italiano sublime, tanto che lo preferisco cento volte a quello giapponese, ma può anche essere che io lo trovi tanto azzeccato perchè ci sono rimasta affezionata, ciò non toglie che sia però un esempio di doppiaggio fatto come si deve. Le serie dopo non le hanno mai trasmesse in Italia ma ho provato a guardarle e non mi prendono molto, in quanto hanno cambiato casa di produzione per l'anime e hanno una resa purtroppo molto più classica ed ordinaria, ciò non toglie che magari in un futuro le visionerò ma per ora ho altri progetti ed impegni.
Insomma, tornano a noi, da quello sono proprio scoppiata e sono andata in giro su Ebay annunci come una disperata a cercare tutti i numeri del manga finora usciti in Italia e per adesso sono contenta così essendo riuscita a metà nell'intento.
Tornando alla trama di questo manga, sì, può parere la solita trama giappofila banale con i demoni e controdemoni, ma ciò che la rende speciale è tutto ciò che ci sta in mezzo, gli arricchimenti che ci regala la mangaka e il suo stile di disegno che secondo me è senza euguali ma che capisco possa piacere come non piacere, però certamente non si può dire che non sia uno stile maturo e raffinatissimo. Poi non amo molto i disegni manga tradizionali o comunque non vado pazza per quello stile di disegno trito e ritrito, guardo con molto piacere i mangaka che sanno differenziarsi e non è detto che per farlo sia necessario avere uno stile maturo e complesso, molti hanno tratti molto semplici ed essenziali ma trovano comunque un loro personale marchio di fabbrica nel disegno.
Insomma, è una chicca per gli amanti e non del genere. Chiunque apprezzi le trame ben costruite e che lasciano dentro qualcosa deve leggerlo e sono molto triste perchè discutendone in giro vedo che molte persone lo ripudiano a priori bollandolo come un fumetto "fatto solo per generare dello yaoi". Io non la vedo così. Credo che l'autrice, Kazuya Minekura, ami davvero il suo lavoro e soprattutto ami disegnare, specie vedo che si concentra molto sull'anatomia dei corpi e li dettaglia in maniera davvero squisita. Credo che questo, unito al fatto che comunque i suoi personaggi sono sempre in qualche modo carichi di sentimento (mai mal giustificato) e abbiano relazioni incisive tra loro, generi questo pensiero. Inoltre non penso che la Minekura non alimenti la questione ma penso che sia normale tirare un po' la corda con qualche tavola dal significato ambiguo, anche ricollego comunque il fatto alla sua estrema passione per il disegno che penso giustifichi la cosa. Solitamemte sono tavole apposta per introdurre i capitoli o comunque che non hanno senso con la storia. Insomma non si deve giudicare un libro dalla copertina, lo dicono tutti, per una volta rispettate questo detto.

Vorrei prolungarmi all'infinito ma non posso. Volevo concludere parlandovi del blog di CodeVeronica:
La ragazza che lo gestisce è una devotissima ammiratrice della Minekura e da più di quattro anni pubblica le più disparate informazioni su questa splendida autrice (sulla quale non voglio dilungarmi, perchè avrei da dire moltissime cose e magari un giorno lo farò) e sono rimasta molto colpita dall'amore e la dedizione con cui tiene in costante aggiornamento il blog. Una persona normale dopo un po' cadrebbe nell'apatia più totale, si vede che invece lei è spinta davvero da una grossa passione. Vorrei diventare una blogger seria come lei e come tante altre un giorno.


Garnier Bioactive

La moda dell'ecobio impazza anche sugli scaffali del supermercato e io (come al solito) arrivo sull'argomento in ritardo.
Anche la Garnier ha lanciato da un po' di tempo la sua linea naturale sul mercato e devo dire che per ora quello che ho visto e provato non è male. I prezzi sono, per modo di dire “contenuti”, nel senso che hanno né più e né meno che gli stessi prezzi degli altri suoi prodotti e di molti altri come l'Orèal, Nivea, Venus e tutte le altre brand da supermercato. Con questo non dico che siano prezzi economici, perchè per me dei prodotti da supermercato non dovrebbero avere un costo di quattro, cinque o sei euro, però nel caso di questa linea credo che siano somme spendibili, in quanto almeno ci troviamo di fronte ad un inci decente, non alla solita accozzaglia di roba chimica e aggressiva (per lo meno lo è per me).

Introduzione a parte, della linea ho preso lo struccante occhi. Sapete quelle boccettine con all'interno del liquido acquoso, che hanno la stessa consistenza ed odore dei tonici, che si applicano inumidendo di prodotto il cotone e sfregandolo attorno a gli occhi, pena un bruciore ed un gonfiore da paura? Ecco, a me quei prodotti fanno quell'effetto ed odio i detergenti, dunque mi sono sempre arresa ad usare per lo più le salviette struccanti, che come saprete costano un casino se confrontati in relazione a quante salviette ci sono nelle confezioni e al fatto che per tipo 5x7 cm di fazzoletto se ne usa giusto metà, se non solo gli angoli quando si è soliti truccarsi poco.
Per questo ho sempre trovato lo struccante occhi ottimale ed economico, solo che la formulazione è solitamente sgradevole ed aggressiva. Invece in questo caso mi trovo molto bene e lo consiglio, anche perchè di solito prodotti del genere se provengono da negozi erboristici hanno costi spropositati e l'unica chance è comprarli online, ma in quel caso è vantaggioso solo se si fa spesa grossa e comunque non tutti sono portati allo shopping online.
Per quanto riguarda invece il packaging è simile ai tanti della Garnier, però devo dire che non è malaccio e lo trovo molto delicato e piacevole.
Il costo non ricordo quale sia, ma credo si aggiri tra i 3,99 o 4,99 euro anche se credo e spero sia 3,99!

mercoledì 16 febbraio 2011

Quando il gioco via internet diventa una rivoluzione urbana

Ho scoperto un gioco finalmente diverso dal solito, che permette un'interazione vera tra gli altri giocatori ed il mondo esterno, con il quale ci si può divertire davvero.
Si chiama CriticalCity Upload e pur essendo un gioco "sviluppatosi" su internet ciò che si fa è tutt'altro che virtuale.
Nel gergo è un "pervasive game" e non chiedetemi con precisione cosa voglia dire, non conosco bene queste nozioni e non mi piace catalogare troppo. Comunque sia lo scopo del gioco sarebbe svolgere delle "istruzioni", ovvero delle richieste. Potrebbero essere paragonate alle quest dei giochi online, con la differenza che si fanno nella realtà.
Ogni istruzione da dei punti, con i quali si sbloccano i livelli successivi. Al raggiungimento di un nuovo livello si sbloccano altre istruzioni e così via. Ovviamente il tutto non si ferma al solo punteggio dato dalle istruzioni, i punti possono incrementare con il voto degli altri utenti. Una volta raggiunto il settimo livello arriverà a casa la "scatola inversa", cosa ci sia dentro è un mistero, solo a chi è arrivata a casa lo sa ed i giocatori veterani non sono certo disposti a condividere il loro segreto.
Ma secondo me la cosa migliore del gioco è data dall'interazione che si sviluppa tra i giocatori. Infatti spesso si possono fare missioni assieme e, anzi, molte istruzioni impongono di svolgere un'azione che metta di mezzo un altro malcapitato utente di Upload. Ovviamente non è sempre così intuitivo capire l'ubicazione degli altri giocatori, dunque è stato inventato il sistema dei nodi. Cos'è un nodo? Un nodo si crea qual'ora si siano svolte tre esecuzioni nell'arco di 50 mt. La creazione di un nodo comporta la nascita di un nuovo "fulcro" di gioco, in quanto non solo il nodo, per un breve lasso di tempo, da l'opportunità di prendere il doppio dei punti, ma esistono molte istruzioni legate ai nodi e dunque più se ne creano e più si avrà l'opportunità di avere "a portata di mano" un nodo di un'altro giocatore. In base ai nodi si creano veri e propri gruppi collaborativi, per dar vita a quelle che sono poi le istruzioni più difficilotte da fare da soli (riuscireste mai ad inscenare una finta manifestazione pubblica tutti soli e soletti?).
Non voglio dire altro, anzi, una sola cosa: Giocateci! Io lo faccio perchè spero di "sbloccare" un po' la mia timidezza, la mia paura a mettermi in mostra (ed in gioco) e per riuscire un po' a dare modo di sfoderare della creatività in maniera divertente.
Tra i giocatori presenti ho scoperto esserci una ragazza della mia stessa università (la NABA, fa design serale) e due dell'Accademia di Santa Giulia dove va il mio caro Davide, il quale spero stia leggendo questo post :P
Molti ragazzi a cui ho parlato di questo gioco mi dicono di non poterlo fare perchè "non hanno tempo". Secondo me è un modo per giustificare la propria pigrizia o il proprio timore a fare qualcosa di diverso. Perchè non è che si debba "avere tempo" per fare un gioco del genere, bensì si "impiega diversamente" il proprio tempo. Chessò invece di uscire per dello shopping, per l'aperitivo, invece di chattare su facebook, di stare a casa a disegnare, si possono benissimo fare queste cose. Diciamo che da' una "traccia sul dafarsi" e secondo me è molto utile questa cosa, perchè rompe in qualche modo la monotonia avere degli scopi che però non opprimono. Trovo si facciano per questo con più piacere.
Bene, direi che la mia recensione-pubblicità sia finita, ho solo un'ultima cosa da dichiarare: GIOCATECI!

martedì 15 febbraio 2011

Acquisti di makeup a Londra

Ebbene sì, l'altro fine settimana sono stata a Londra. Il motivo principale della mia partenza (tra l'altro molto azzardata, visto che è stata in pieno periodo di esami) è a suo modo ben giustificabile e forse ne parlerò prossimamente.
Comunque sia ne aprofitto per introdurre quello che è uno dei miei principali interessi e di cui penso parlerò molto approfonditamente qui sul blog: il makeup.
Sinceramente, avendo un budget ridotto e non lavorando, sono una che non se la sente di spendere cifre pazzesche per prodotti di bellezza, a meno, al massimo, non siano fondotinta o creme, o comunque prodotti usati quotidianamente e su l'intero viso. Per questo motivo i miei acquisti a Londra sono stati abbastanza economici e abbordabili per tutti. Spero la mia recensione vi sia utile sia per quando andrete mai in Inghilterra o anche solo per ponderare su qualche ascquito online!

Io sono andata a fare shopping da Boots e nei Superdrug, che si trovano un po' ovunque per tutta Londra e per l'Inghilterra in generale (nel caso il vostro soggiorno non sia nella capitale!)
  • Boots ecco qui il sito, in alto a destra c'è lo Store Locator per vedere dove sono i vari negozi, per il resto c'è una più o meno ampia gamma di tutto quello che ci potrebbe essere negli store.
  • Superdrug invece ha lo Store Finder in alto al centro. Anche qui generalmente i prodotti elencati sono gli stessi degli store, ma ho notato che a differenza di Boots i prodotti variano molto da store a store.  

    Personalmente mi sono trovata bene nei negozi presenti alla fermata di Bayswater, che praticamente erano vicini al mio albergo e per di più uno store di fianco all'altro. Insomma, una pacchia.
    Comunque sia vi recensirò prodotto per prodotto ciò che ho preso più avanti nei post, dividendoli per marche.
    La prima marca cosmetica di cui voglio parlarvi è la super low cost MUA (MakeUp Academy). La potete trovare nei Superdrug e tutti i suoi prodotti vengono una sola sterlina. Ho provato a prendere gli ombretti della marca perchè lì recensì tempo fa GDFMakeup parlandone molto bene e mi aveva incuriosita. In effetti i colori sono stupendi e pure il rapporto qualità\prezzo è ottimo, infatti ho fatto man bassa prendendone non pochi.
Qui in seguito metto gli swatches dei colori che ho comprato, tutti per lo più sui toni del verde e del viola.
In ordine da sinistra a destra:
Pearl Eyeshadow Shade 7 - Peral Eyeshadow Shade 8 - Peral Eyeshadow Shade 6 - Peral Eyeshadow Shade 5
Questi sono gli swatches dei colori sul verde, devo dire che sono molto pigmentati, shimmer (quasi metallici!) e durano pure molto. Li trovo tutti stupendi e non ho proprio nulla di negativo da esprimere. Forse l'unica cosa è che il packaging delle confezioni mi da l'aria d'essere molto esile, ma è normale visti i costi.
Degli ombretti con i toni viola ho preso anche un pigmentino lilla e devo dire che in questo caso sulla confezione non ho molto da dire e pure il pigmento è molto vivave e cangiante, da un effetto stupendo.
In ordine da sinistra a destra:
Pearl Eyeshadow Shade 13 - Pearl Eyeshadow Shade 9 -  Matte Eyeshadow Shade 18 - Pearl Eyeshadow 4 - Eyedust Shade 2 
L'unica pecca è che i viola sono colori di ombretti con una difficile e variabile pigmentazione, almeno per me. Virano sempre o al blu o al rosa, lasciano brutti aloni, sono spenti, ecc. Non è il caso di questi ombretti devo dire, che mi hanno tutti piacevolmente sorpresa, soprattutto lo Shade 9 ha degli effetti di luce meravigliosi che non ho mai visto nemmeno in un ombretto MAC. Fotografata la cialdina sembra blu e infatti è un viola con dei bellissimi riflessi cangianti blu. Invece quello più prugna (lo Shade 13) pur essendo anch'esso molto particolare ha però il difetto di essere un po' polveroso e spento una volta applicato, ma si può risolvere il problema bagnando il pennello.
Della MUA ho preso anche altri due ombretti, ma essendo dei colori abbastanza banali (un bianco shimmer ed  un bronzo cangiante) ho preferito lasciarli stare, invece trovavo interessante recensire questi colori. In definitiva li consiglio tutti, sia per il prezzo che per la resa finale.

sabato 8 gennaio 2011

Quando si fa quello che non si ha il tempo di fare...

Mi sono assentata (e te pareva!) per non so quanti imprecisati X mesi. Quest'anno l'atmosfera natalizia ha toccato i minimi storici in casa Debbie, sarà colpa dei comuni e del loro risparmio sulle illuminazioni e i decori? Mah!
Beh, non voglio prolungarmi su questo discorso. Avrei dovuto fare un montaggio per l'università (che presto pubblicherò) ma alla fine ho dato la precedenza a montaggi di alcuna utilità, a parte quella di passare il tempo divertendosi un po', il che va sempre bene. Dunque beccatevi una cosa di cui potevate fare grandiosamente a meno: una parodia di uno sketch di Maccio Capatonda in versione Yu-Gi-Oh!


Ecco il video montato da me (con il supporto di una mia amica, ridere da soli non è un granchè!):


Questo invece è l'originale: